Tutte le camere di Dimora Bolsone hanno una loro personalità, ognuna sviluppa una propria tematica, ne deriva quindi che tutti i mobili che le arredano seguono questo spirito, spesso sono mobili antichi che provengono dalla casa avita.
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Le camere sono spesso decorate con dipinti a “trompe-l’oeil” sulle pareti, i soggetti richiamano il nome della camera, comunque esiste un piccolo “trait d’union” che collega ogni camera, anch’esso dipinto sul muro, si tratta dell’uccello italiano più piccolo che esista, lo scricciolo. Lo scricciolo lo si vede spesso in autunno quando arriva scendendo dal freddo nord, saltella di ramo in ramo nei bassi arbusti con la sua piccola coda sempre ritta emettendo il suo caratteristico Tec-Tec-Tec. Pochi sanno però che lo scricciolo è un abilissimo tessitore e il suo nido è una piccola opera d’arte, è fatto come una piccola palla con un foro per l’ingresso, appeso ai rami, ma è anche un simpatico biricchino.
Addetto alla costruzione del nido è il maschio, finita l’opera va in cerca della femmina e la convince a seguirlo per mostrarle il suo lavoro, se la femmina lo considera adatto e di suo gusto si fa il “matrimonio”, in caso contrario la femmina se ne va, in questo caso il maschio riparte alle ricerca di una femmina meno pretenziosa. Importante però sapere che il compito di covare e di mantenere la prole è esclusivo della femmina, il maschio invece, costruito il nido e sbrigate le pratiche sessuali, se ne va a costruire un nuovo nido e a cercare un’altra femmina continuando con il solito giochetto, succede così che il maschio può trovarsi con più famiglie. Insomma il maschio possiamo considerarlo un vagabondo del sesso e la femmina alla ricerca di una casa di proprio gradimento, pronta a cedere le sue grazie solo a maschi “benestanti”. Strana copia? Forse no.
Passiamo ora alla descrizione di ognuna delle singole quattro camere e della suite messe a disposizione degli ospiti.